Nel primo capitolo di questa breve storia del cinema abbiamo accennato a come l’idea di cinema abbia accompagnato l’uomo fin dalla sue origini. Finché non fu inventata la fotografia, quest’idea restò circoscritta alla possibilità di animare oggetti inanimati: il teatro delle ombre cinesi, gli spettacoli della lanterna magica o del mondo nuovo, e tutta quella serie di strumenti ottici che precedettero la nascita del cinema vero e proprio, sono a ben vedere tutte forme primordiali di animazione.

La fotografia rese possibile l’invenzione del cinema e il cinema offrì nuove opportunità di sviluppo per l’animazione. La differenza sostanziale tra il cinema d’animazione e la tecnica cinematografica classica (fotografica) sta nel fatto che nell’animazione il movimento non viene registrato in fase di ripresa, ma ricostruito attraverso la proiezione. In sostanza la cinepresa viene utilizzata come un apparecchio fotografico: la ripresa viene più volte interrotta e riavviata in modo che la cinepresa non registri un movimento continuo, ma una serie di immagini statiche, fotogramma per fotogramma, proiettando queste immagini ad una certa velocità si ottiene l’illusione di un movimento continuo. Questa tecnica, che è alla base del cinema d’animazione, è nota come passo-uno ( detta anche stop-motion o frame by frame). Tale tecnica fu introdotta da Georges Méliès che la utilizzò per la prima volta in Escamotage d’une dame chez Robert-Houdin (1896) | ►|. Méliès interrompe la ripresa per far sparire l’attrice e sostituirla con uno scheletro.

Il primo a servirsi della tecnica del passo-uno per animare un disegno fu invece il fumettista James Stuart Blackton che nel 1900 realizza per la Vitagraph, di cui è co-fondatore, il film The Enchanted Drawing. Nel film lo vediamo disegnare su dei fogli bianchi un volto, un sigaro, una bottiglia che inizieranno a muoversi e reagire. Il movimento non è continuo, ma Blackton ha intuito che si può utilizzare la tecnica cinematografica per animare dei disegni.

Sei anni dopo Blackton realizzerà la prima animazione interamente su pellicola: Humorous Phases of Funny Faces (1906). La sua mano esperta traccia sul fondo nero di una lavagna volti di simpatici personaggi che si dissolvono le une sulle altre. Il movimento procede, però, ancora a scatti e solo nella parte finale la rotazione delle pupille negli occhi dei personaggi ci restituisce l’impressione di un movimento continuo.

Nello stesso anno Segundo de Chomón realizzò per la Pathé il cortometraggio Le Théâtre de petit Bob, nel quale, il regista spagnolo, otteneva l’animazione di alcuni oggetti ( il contenuto di una scatola di giocattoli ) muovendoli parzialmente di volta in volta e filmandoli fotogramma per fotogramma.

In La Maison ensorcelée (1908) | ►| Segundo de Chomón utilizza la stessa tecnica per animare degli oggetti che si trovano su una tavola imbandita | ►|. Due strade erano ora state segnate per il cinema d’animazione: far muovere degli oggetti o produrre disegni per ricreare il movimento.

In Francia Émile Cohl, prendendo a modello l’opera di Blackton, realizzò nel 1908 Fantasmagorie. A differenza del suo maestro, Cohl disegnava figure nere su fogli bianchi, proiettando la pellicola in negativo dava l’impressione che i suoi disegni fossero realizzati su una lavagna proprio come quelli di Blackton. Utilizzando carta e matita, Cohl poteva controllare con maggiore facilità le sequenze dei suoi disegni. La sue animazioni hanno quella fluidità di movimento che mancava in Humourus Phaces of Funny Faces.

Un altro pioniere del cinema d’animazione fu l’americano Winsor McCay che realizzò film tratti dai celebri fumetti di cui era autore come Little Nemo in Slumberland o Dream of the Rarebit Fiend ( che già Porter aveva portato cinema nell’omonimo film del 1906). Little Nemo (1911) | ►| è il primo film realizzato da McCay a cui seguirono ben presto How a Mosquito Operates (1912) | ►| e Gertie il dinosauro (1914) | ►|, il quale ispirò molti altri animatori per via di quella  marcata caratterizzazione dei personaggi inedita per quei tempi.

Una tavola realizzata da Winsor McCay per il film di animazione Gertie the Dinosaur (1914).

Émile Cohl, James Blackton, Winsor McCay, tutti questi pionieri del cinema d’animazione, come molti altri che seguirono, erano stati autori di fumetti,vignettisti, illustratori. Nel corso della storia del cinema sono innumerevoli i personaggi passati dalla carta allo schermo. L’arte fumettistica e il cinema di animazione restano fortemente saldati l’uno all’altro. Anche il cinema classico ricorre sovente a disegnatori esperti per trasformare sceneggiature in storyboard.

Una pagina del 1 gennaio 1905 dell’episodio di Dream of a Rarebit Fiend disegnata da Winsor McCay

Per questi pionieri la produzione di un film animato costava enormi fatiche. Anche per questo i disegni erano fortemente stilizzati. L’introduzione dei rodovetri intervenne a semplificare le cose. Si tratta di fogli trasparenti che posti l’uno sull’altro evitavano all’ animatore di dover ridisegnare sfondo e personaggi ogni volta daccapo, permettevano inoltre di controllare meglio i movimenti. Servendosi di questa tecnica Winsor McCay realizza, nel 1918, L’affondamento del Lusitania nel quale ricostruiva, con circa 25000 disegni, la vicenda della nave RSM Lusitania silurata da un sommergibile tedesco nel maggio del 1915, nel pieno della Prima Guerra Mondiale. Il tragico episodio non fu mai fotografato o ripreso, McCay realizza un cartone animato che assume la forma di un vero e proprio documentario. Il film informa, illustra, fornisce dettagli e particolari attraverso un’esposizione fluida e concisa, ma indirizzata ad ispirare allo spettatore un sentimento anti-tedesco. Per la prima volta un film di animazione veniva utilizzato a scopi propagandistici.

Potendo ricreare qualsiasi realtà, basandosi su un linguaggio semplice e intellegibile anche ai più piccoli, l’animazione venne spesso, e viene ancora, utilizzata per fini propagandistici, persuasivi, ma anche educativi e didattici. Le Songe d’un garçon de café (1910) di Émile Cohl, ad esempio, è un breve filmato che mette in guardia dall’abuso di alcool.

La strada tracciata da Segundo de Chomón fu invece seguita dal regista polacco, trasferitosi in Russia ed infine naturalizzato francese, Ladislas Starevich, il più celebre animatore di pupazzi di tutti i tempi. Starevich animava con estrema meticolosità e cura per il dettaglio pupazzi che avevano le sembianze di insetti. La cicala e la formica (1911) | ►|, La bellissima Ljukanida (1912) | ►|, La vendetta del cameraman (1912) | ►|, Il Natale degli insetti (1913) | ►|, sono alcuni dei suoi primi celeberrimi lavori.

Nel frattempo ad Hollywood, l’industria cinematografica acquistava sempre maggiore spessore, l’animazione diveniva un genere sempre più praticato e ben presto i solitari pionieri come Blackton o McCay si ritrovarono circondati da staff sempre più numerosi. Sul finire del decennio, nel 1919,  fa il suo debutto sullo schermo Master Tom, primo nome del celebre gatto Felix, nel film Feline Follies di Pat Sullivan e Otto Messmer.

Felix fu il primo personaggio dell’animazione a divenire una vera vera propria star del cinema e protagonista di una lunghissima serie a lui dedicata. Appena qualche anno più tardi dal suo esordio, questo piccolo gatto nero poteva già duettare in balletto con Charlie Chaplin ed incontrare molte altre star del cinema in Felix in Hollywood (1923) | ►| .

Felix e Charlie Chaplin nel film di animazione Felix in Hollywood (1923)

Il cinema classico ed il cinema d’animazione condividono al fondo un identico linguaggio, ma se il primo affonda le sue radici nella fotografia, legandosi perciò ad un’estetica realista, l’altro, che trae origine dalle arti figurative, può esplorare più agevolmente il mondo dell’immaginario. Nel corso del tempo, l’animazione è andata occupando un posto sempre più marginale nella produzione cinematografica europea, restando un prodotto di rilievo per paesi nordamericani e per il Giappone. Ma anche se limitata perlopiù a prodotti destinati al  pubblico più giovane, l’animazione rappresenta da sempre un ampio campo di sperimentazione linguistica. Al sincronismo tra musica ed immagine si interessarono, per esempio, i registi del cinema astratto: Hans RichterViking Eggeling, Walter Ruttmann, che produssero film d’animazione particolarissimi.

L’artista Walter Ruttmann collaborò, con le sue animazioni astratte, per realizzare alcuni fondali per il film di Lotte Reiniger Le avventure del principe Achmed (1927), primo lungometraggio animato nella storia del cinema. Prima di questo lungometraggio, la regista tedesca Charlotte “Lotte” Reiniger aveva realizzato alcuni brevi filmati d’animazione nei quali si avverte distintamente l’influenza dell’astrattismo.

Immagine tratta dal film d’animazione Le avventure del principe Achmed (1927)

La Reiniger ebbe fin da subito uno stile personalissimo ed originale che sorprende ancora oggi per la sua straordinaria bellezza estetica. Ella realizzava eleganti e raffinatissime silhouette nere animate su fondi colorati. Il suo stile sembra rendere omaggio all’antica forma arte del teatro delle ombre cinesi, origine stessa del cinema animazione.

Se il cinema classico fu rivoluzionato dall’avvento del sonoro, quello d’animazione vi trovò fin da subito un terreno fertile, e proprio dal cinema d’animazione, come vedremo nella prossima pagina, vennero alcune delle sperimentazioni più proficue nel campo del sonoro.

Riferimenti bibliografici e sitografia

D.Brodwell e K.Thompson, Le origini del cinema d’animazione, in Storia del cinema e dei film. Dalle origini al 1945, Editrice Il Castoro, Milano 1998.

G. Sadoul, La photographie s’anime , in Histoire générale du cinéma, 1° vol., L’Invention du cinéma 1832-1897, Denoël, Parigi 1947.

G. Sadoul, Les précurseurs du cinéma: ombres chinoises et lanternes magiques , in Histoire générale du cinéma, 1° vol., L’Invention du cinéma 1832-1897, Denoël, Parigi 1947.

G. Sadoul, Les pantomimes lumineuses d’Emile Reynaud , in Histoire générale du cinéma, 1° vol., L’Invention du cinéma 1832-1897, Denoël, Parigi 1947.

G. Sadoul, Les photoscènes animées et la décadence d’Emile Reynaud , in Histoire générale du cinéma, 1° vol., L’Invention du cinéma 1832-1897, Denoël, Parigi 1947.

G. Sadoul, Les vues fantastiques de Georges Méliès. Le truquage, premier aspect de la technique cinématographique , in Histoire générale du cinéma, 2° vol., Les Pionniers du cinéma (De Méliès à Pathé) 1897-1909, Denoël, Parigi 1947.

G. Sadoul, Découverte du Dessin Animé , in Histoire générale du cinéma, 2° vol., Les Pionniers du cinéma (De Méliès à Pathé) 1897-1909, Denoël, Parigi 1947.

G. Sadoul, Dernieères féeries, premiers dessins animés (Méliès, Chomon, Cohl) , in Histoire générale du cinéma, 3° vol., Le Cinéma devient un art (L’Avant-Guerre) 1909-1920, Denoël, Parigi 1947.

Gianni Rondolino, Storia del cinema d’animazione, UTET, Torino 2003.

Gianni Rondolino, Cinema d’animazione, in www.treccani.it

Animation, in www.en.wikipedia.org

Passo uno, in www.it.wikipedia.org

Giulia Carluccio, James Stuart Blackton, in www.treccani.it

Grazia Pagnanelli, Segundo de Chomón, in www.treccani.it

Denis Gifford, James Stuart Blackton , in www.victorian-cinema.net

Émile Cohl, in www.fr.wikipedia.org

Winsor McCay, in www.en.wikipedia.org

Władysław Starewicz, in www.it.wikipedia.org

Felix the Cat, in www.en.wikipedia.org